martedì 7 maggio 2013

Il gioco dei tappi

Ecco un gioco che si faceva tanti anni fa, non un gioco di carte o un gioco da tavolo ma uno di quelli dimenticati che teneva incollati alla “strada” per interi pomeriggi, che lasciava i bambini giocare all’aperto in tutta tranquillità, che dava vita a gare e dispute infuocate: il gioco dei tappi.

Numerose erano le varianti, molte si trasmettevano da un bambino all’altro, mentre altre, venivano inventate di sana pianta, pur di rendere il gioco ancor più originale ed emozionante.

Il bello è che si può giocare anche da soli ma, se ci sono amici disposti a gareggiare, tutto è più divertente, non c’è un numero minimo, chi desidera partecipare, può farlo, l’unica limitazione è il numero dei tappi, è necessario averne per tutti.





I tappi ideali sono quelli delle birre o delle bibite in bottiglia in vetro tuttavia, in mancanza d’altro, si possono utilizzare anche quelli in plastica; l’obiettivo nella versione “base” è quello di posizionare il tappo su un circuito con la parte piana sul pavimento poi, lanciarlo colpendolo con uno schiocco dell’indice o del medio, in modo che vada il più lontano possibile e prenda la direzione necessaria per raggiungere la prima posizione. Naturalmente il tappo non deve capovolgersi ma procedere sul dorso e, chi arriva più lontano, vince anche i tappi degli altri partecipanti.

Così come esistono biglie che al loro interno riportano l’immagine di ciclisti, calciatori o corridori di formula uno, anche in questo caso è possibile dare il via a gare che prevedano la partecipazione dei propri beniamini semplicemente ritagliando le immagini (dai giornali, per esempio) e attaccandole al tappo.

Proprio la versione base ha dato vita a una delle varianti più note, quella che richiama, in qualche modo, il gioco delle biglie che si svolge in spiaggia. Punto di partenza è quello di costruire un circuito completo di curve e, se si gioca in spiaggia (non semplice ma neppure impossibile, basta “battere” per bene la sabbia) anche saliscendi quindi posizionarsi sul punto di partenza e, a turno lanciare il proprio tappo cercando di arrivare per primo al traguardo facendo attenzione a non uscire dal tracciato. In questo caso, le regole del gioco, che possono sempre essere rinegoziate, potrebbe prevedere il ritorno al punto di partenza con conseguente forte penalizzazione.

Simile è la variante del Ciclo-tappo che ripropone il Giro d’Italia e si è meritata anche la dedica di una Federazione Italiana Gioco Ciclo-Tappo con regolamenti e calendario di competizioni; in questo caso la pista è disegnata sull’asfalto e i tappi assumono le “sembianze” dei ciclisti.

Per i fanatici del calcio c’è una variante che li coinvolgerà, si utilizzano i tappi come fossero dei giocatori, un po’ come avviene nel Subbuteo (questa può essere considerata la versione casalinga) e, dopo aver definito le porte e le tracciature si gioca cercando di segnare il più possibile nella porta della squadra avversaria.

Per finire, non può mancare una guerra tra i tappi; ogni partecipante deve cercare di abbattere, colpendolo, il tappo di uno degli altri concorrenti e dovrà anche sperare di non essere colpito a sua volta, cercando di dare una tale direzione e inclinazione al colpo, in modo da allontanarlo e metterlo in sicurezza.

Immagine: © Luca Radici - Parma

3 commenti:

  1. Noi da ragazzini ci giocavamo a campana,si disegnava con il gesso sulla strada una fascia tortuosa di circa 10 centimetri e con delle tappe che costituivano il pericolo,poi mettevamo le lattine (cosi' le chiamavamo) e colpendole con 3 colpetti alla volta (scicchere)dovevamo raggiungere il traguardo senza toccare le strisce laterali del gesso e saltando le tappe senza cascarci dentro,chi vinceva si prendeva le lattine dell'avversario.Poi le usavamo a mo' di moneta,schiacciandole fino a farle piatte come una medaglia,le piu' rare valevano 2,e poi ancora sempre appiattite le usavamo come decorazioni sui Monopattini di lagno che ci costruivamo da soli con materiali di scarto....haa dimenticavo,ci mettevamo pure i fronzoli ai manubri ricavati facendo delle stricioline con le vecchie borse di nostra

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  2. Grazie della testimonianza, Luciano . Noi usavamo i tappi appiattiti delle bottigliette per inserirle tra i raggi delle biciclette; per abbelirle e produrre rumori romboanti ..

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  3. Ti piacerà sapere che esiste ancora...

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