Twenty Question è un gioco da
tavolo non molto diffuso ma particolarmente divertente che coinvolge da 2 a 6
giocatori; per giocare serve intuito e capacità di ragionare in tempi brevi ma,
per dare il meglio di sé, richiede che partecipino più di 2 persone, l’ideale è
che siano in 4 o più.
Prima di iniziare si sceglie un
mazziere, quindi, si dispone il “tabellone” dove i partecipanti porranno
il loro segnalino sul punto di
partenza; il mazziere estrae una carta tra
le 396 a disposizione. Al di sopra vi è scritto il nome di una cosa, un luogo,
una data o un personaggio e 20 indizi numerati che dovrà dare agli altri
giocatori per aiutarli a indovinare il soggetto della carta.
A questo punto entrano in gioco
proprio gli altri giocatori che, per arrivare alla soluzione dovranno chiedere
un indizio (ne possono chiedere 5 a testa) semplicemente scegliendo un numero
compreso tra 1 e 20; prima di avere la risposta dovranno mettere uno dei
gettoni ricevuti sul numero corrispondente all’indizio prescelto, un
“pagamento” per avere l’indizio e, ogni volta che ne chiederanno uno, dovranno
pagare.
La frase pronunciata dal mazziere in risposta
alla richiesta di aiuto potrà essere chiara o meno, ma sarà comunque un punto
di partenza per arrivare alla soluzione e, sommando poco alla volta tutti gli
indizi, ragionando per metterli in fila, unendoli, si potrà scoprire cosa
nasconde la carta scelta dal mazziere.
Quando finalmente il soggetto
viene scoperto, il mazziere e gli altri giocatori avanzano sul tabellone;
partendo dal presupposto che il numero totale degli indizi è pari a 20, il
primo avanza su un numero di caselle pari al numero di indizi che gli sono
stati richiesti mentre, i giocatori avanzano per un numero pari a quello degli
indizi avanzati.
La mano successiva il mazziere
però deve essere cambiato e a vincere è chi per primo arriva al traguardo.
Un gioco divertente per
intrattenersi con amici e parenti, non molto diffuso è spesso cercato in
maniera spasmodica da appassionati e collezionisti di giochi da tavolo; con il
tempo tuttavia rischia di annoiare.
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